CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Responsabile: dr. Elvira Reale
Il rapporto di coppia,

primo fattore di rischio nella post-adolescenza femminile

 

 

        I fattori di rischio della post-adolescenza  sono quelli individuati per l'adolescenza con alcune tipicità.

        Nella fase della post-adolescenza, le vicende di rapporto con i genitori sono alle spalle ma hanno lasciato degli esiti in tutte le aree creando delle condizioni soggettive che potremmo chiamare di vulnerabilità, ovvero di fragilità, che possono o meno precipitare in veri e propri fattori di rischio e poi di malattia.

        L'adolescente tipica che manifesta malessere nella post-adolescenza, denuncia una sofferenza a livello della sua vita di relazione e soprattutto a livello dei rapporti sentimentali.

    La vita di relazione non va bene, si soffre per maltrattamento, abbandono, indifferenza, ma anche per non sentire "l'amore". Ma tutto ciò crea un blocco della prassi, una fase di stallo: non si sa più cosa e come fare. La situazione si accompagna ad una crisi personale: non mi riconosco, non so più chi sono, sono cambiata, ecc. ecc. E poi tutto precipita in un peggioramento di tutte le aree della vita e soprattutto anche delle aree prima considerate forti: lo studio, il lavoro.

    La post-adolescente allora torna indietro ai rapporti familiari per cercare un rifugio.

       

        Lo svincolo adolescenziale comunque avvenuto ha posto una ipoteca sul futuro " farò... domani per dimostrare che..." oppure "farò... per dare soddisfazione", "sarò.... come o non come......."

 

        E le prime affermazioni di sè che rischiano di fallire riguardano due campi in cui molto facilmente si sovraiscrivono le aspettative degli adulti ( genitori): la relazione affettiva (trovare una relazione così e così...) la realizzazione professionale  (studio o lavoro, autonomia economica, così come... o diversamente da...)

 

        Comunque e in generale,  se vi è un disagio psichico nella post-adolescente troviamo che le aspettative di realizzazione personale collocate principalmente nell'ambito affettivo   soffrono di un sovraccarico di esigenze "altre", nate altrove e per conto o nella relazione con altri ( genitori in genere).

 

    


I fattori di vulnerabilità nella post-adolescenza

         Un progetto vincolato agli accadimenti adolescenziali, ed in particolare alle aspettative altrui  che creano interferenze con un modo personale di  sviluppare la progettualità, determinando il restringimento e la rinuncia a propri modi di vedere, di essere, di fare.

        Una percezione di sè parzialmente svalutata, in dipendenza di critiche subite, che costituisce una ferita da ricucire con le attestazioni di valore da parte di altre figure significative.

        E soprattutto una percezione di incompiutezza di significato personale che deve essere saturata  con l'attribuzione di valore proveniente dall'esterno (gli altri in generale, ma il partner in particolare).

        Relazioni sociali poco sviluppate in adolescenza con la mancanza di esperienze di sostegno nel gruppo amicale. Fuga nella coppia e nei rapporti duali anche amicali di tipo esclusivo.

           Il giudizio  degli altri diviso tra quello esterno più positivo e quello interno alla famiglia più negativo. All'interno della  famiglia il giudizio del padre, qualunque sia il  rapporto con la madre, è di preferenza   più positivo di quello della madre.

        Tale giudizio risulta  più positivo anche quando l'adolescente sia  stata in conflitto con il padre per schierarsi con la madre: il padre cioè le ha riconosciuto forza e capacità di tenergli testa.

        Una modalità di relazione con l'altro, appresa nel rapporto con la coppia genitoriale, improntata allo scambio ineguale, al dare prestazioni, risorse, in attesa di   avere significato per l'altro : io dò tutte le cure,  tutta l'attenzione, tutta la dedizione, ecc. e mi aspetto "amore,  valorizzazione, riconoscimento".

      


I fattori di rischio

        I fattori di vulnerabilità  divengono rischio di disagio psichico nella post-adolescente quando i tempi della realizzazione del progetto  si allungano, oppure quando il progetto di realizzazione personale (affettivo/professionale/ sociale, ma più frequentemente affettivo)   mostra possibilità di fallimento o fallisce.

        In un solo caso (Luisa) delle nostre post-adolescenti il disagio si manifesta per la non realizzazione del progetto di studio, per tutti gli altri le crisi riguardano il rapporto di coppia.

        L'antefatto della crisi  per tutte è allora un rapporto a due che viene percepito inizialmente come realizzazione personale e pertanto fatto oggetto di un investimento massiccio di energie e risorse, con disinvestimento delle altre aree (amicizie, lavoro, studio).

 

       E' proprio l'investimento totalizzante nella relazione che apre la via alla predisposizione dei fattori di rischio:

 

    - il sovraccarico si realizza sia nell'eccesso di cure ed attenzioni dato al partner ed al  rapporto di coppia, sia nella ricerca di modi appropriati di comportamento, funzionali al benessere ed alle esigenze dell'altro;

 

    - si tagliano le altre relazioni amicali, ed altri interessi non compresi nella coppia; si riduce la propria autonomia per non intralciare la relazione.

 

    - si dimensiona la percezione di sè sul giudizio dell'altro, cercando conferme nell'altro delle proprie positività;


 

Fattore scatenante

 

        All'interno della relazione diviene fattore scatenante la mancata realizzazione del progetto di coppia, sia in rapporto ad un abbandono, sia in rapporto ad un cambiamento del partner nel corso del rapporto (partner che si mostra, diversamente dall'inizio, indifferente, maltrattante, giudicante, svalutante, ecc.).

 

            Può essere fattore scatenante qualsiasi altro evento che all'interno di un progetto diverso (studio ad esempio) dia un segnale soggettivamente significativo di fallimento ( cattivo voto, il non riuscire a sostenere gli esami, ecc.).

 


 

Epilogo

 

            L'epilogo del percorso tra fattori di vulnerabilità, di rischio e scatenanti è il disagio psichico, ovvero la prospettiva che le persone hanno non tanto di aver fallito un obiettivo che quel fallimento coincide con il fallimento di sè, ovvero con la dimostrazione della personale pochezza, incapacità, inutilità, ecc.

Tale fallimento che ha un significato molto ampio e tende a coincidere con la possibilità di esistenza della persona si presenta come non superabile, senza vie di uscita dal malessere che produce.

 

 

Cosa determina la sensazione di non avere alternative?

 

            La post-adolescente quando individua  che un rapporto di coppia ha tutte quelle  caratteristiche risarcitorie, compensative, di cui ritiene di aver bisogno, si spoglia in sequenza di una serie di "protezioni" individuali e sociali e cioè: dei  propri interessi e motivazioni (per altre cose che non siano "la coppia"), delle relazioni di supporto amicali ( anche poche che siano); ma si spoglia anche dei propri modi di essere, adottandone altri che creeranno successivamente il tipico  effetto di estraniazione: non mi riconosco più e non mi riconoscono più, ero combattiva, sicura di me, ed ora non più, ecc., che si ritrovano nelle espressioni del malessere psichico.

        Quando c'è l'abbandono od il fallimento dell'idea di un rapporto risarcitorio (che è tale perchè non deve dare non solo cose concrete, ma anche valore)  la post-adolescente  si trova  nuda rispetto a se stessa, (non ha più interessi, amicizie, ma non ha più neanche il proprio stile comportamentale),  in una parola si trova deprivata  di energie e motivazioni   (tutte messe dentro quel rapporto) anche di strumenti e risorse (rete amicale, interessi di studio di lavoro, ecc.) e in una percezione di perdita verticale di valore che sono alla base dell'impossibilità emotiva e fattuale di ricominciare e vedere strade alternative.

       

            Se invece, come nel caso di Luisa, è lo studio a fallire, avremo avuto anche qui un investimento totalizzante che lascia  scoperte altre  aree di vita personale in modo tale da dare la percezione della mancanza di alternative e risorse in caso di fallimento.

 


 

Gli indicatori generali (riferibili ad ogni età) della relazione di dipendenza patologica,

 

-        La persona sente e poi verbalizza di fare tutto per gli altri, e di orientare i suoi bisogni e le sue scelte in dipendenza dei bisogni e delle scelte degli altri.

-        La persona si sente vincolata a fare queste cose dai modelli, dai giudizi, dalla paura di perdere la relazione o le relazioni affettive.

-        La paura di perdere le relazioni non è solo la paura di non essere più amati, ma la paura di rimanere soli ovvero senza una relazione che dia valore es enso alla propria vita.

-        La persona si rappresenta incapace a vivere da sola, o incapace in generale ad essere autonoma.

-        La persona percepisce una immodificabilità del suo stato di incapacità e dipendenza attribuendolo a fatti naturali, congeniti, storici stratificati.

-        La persona percepisce la insostituibilità della relazione di dipendenza: "se perdo questa relazione o se non sono amata nessun altro lo farà".

-        La persona si percepisce invece come sostituibile e svalutata, chiunque può fare le cose che fa lei.

-        La persona si sente pressata dall'interno a continuare negli atteggiamenti di sottoposizione, ( sensi di colpa e paura di perdere il rapporto)

-        La persona si sente pressata dall'esterno (minacce, ricatti) a mantenere gli atteggiamenti di sottoposizione all'altro, agli altri.

 

 

 

 

Effetti della relazione di dipendenza

 

La persona che ha subito una relazione di dipendenza presenta una organizzazione della vita quotidiana del tipo seguente:

 

·       sovraccarico di lavoro e responsabilità per conto di altri;

·       attenzione a tutto ciò che è intorno e può interferire con il benessere dell'altro;

·       attività di prevenzione di quello che è disfunzionale al benessere dell'altro;

·       riduzione progressiva dei propri spazi ed interessi personali;

·       riduzione dei rapporti interpersonali se in contrasto con la relazione di dipendenza;

·       risposte progressive di svalorizzazione fino al maltrattamento  su richieste sempre più pressanti di avere riconoscimenti;

·       stanchezza, perdita di interessi, sconforto, e disistima personale.

 

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