CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Responsabile: dr. Elvira Reale

 

 

L'ADOLESCENZA  FEMMINILE  A CONFRONTO CON QUELLA MASCHILE:

GLI OSTACOLI MAGGIORI CHE LE RAGAZZE INCONTRANO SULLA STRADA DELL'AUTONOMIA

E DELL'AFFERMAZIONE DEL SE'

 

 

Lo sviluppo degli  adolescenti

tra autonomia e dipendenza

L'adolescenza


 

LA RELAZIONE E L'AUTONOMIA

due condizioni indispensabili allo sviluppo della personalità

La relazione/dipendenza

come processo primario

 

La separazione/autonomia

come processo secondario

             

                 

 

veicola l'esperienza della specie umana  e crea le basi dell'apprendimento dei comportamenti e dei  funzionamenti psichici specifici dell'uomo

 

 

 

 

 

 

definisce l'esperienza individuale attraverso la organizzazione di un sistema di confine io-tu.

L'emergere del punto di vista autoriferito: ciò che permane nel cambiamento

 

 

 

vicinanza, eteronomia,

comunicazione intersoggettiva, connessione

 

apprendimento filogenetico,

trasmissione dell'esperienza,

fondamento dell'identità sociale

 

 

separazione, autonomia, comunicazione intrasoggettiva, delimitazione

 

apprendimento ontogenetico,   formazione della coscienza,   fondamento dell'identità  personale

 

 

 


 

I BISOGNI DI CONNESSIONE ED

AUTORIFERIMENTO

nella relazione quotidiana: individuo-contesto

individuo

 

 

porta con sè il bisogno di sopravvivenza individuale e di realizzazione personale: 

bisogno di relazione/conunicazione,   bisogno di autoriferimento e costruzione dell'autonomia

(Sè)

contesto familiare-sociale

 

 

comporta il bisogno della sopravvivenza e prolungamento della specie umana attraverso i nuovi individui:

bisogno di relazione,

 e promozione dell' autonomia

  

 

La  storia del sistema dei  bisogni  del contesto  socio-familiare, nonchè la storia dei modelli e delle ideologie del contesto

permea di sè  la relazione con il nuovo individuo, 

creando una dinamica sempre tesa verso l'equilibrio.

 

 

 

L'equilibrio tra connessione ed autonomia si scompensa quando:

il contesto ha bisogno di veicolare le proprie istanze di appagamento negli altri o attraverso gli altri.

 

 

Il disagio individuale esprime nella sua realtà esperienziale un conflitto tra:

-    una esigenza di benessere autoriferita orientata a strutturare autonomamente  azioni, pensieri, relazioni e progetti 

-    una esigenza contrapposta di benessere eteroriferita (figure significative del contesto di appartenenza) rappresentata anch'essa da modi di essere, agire, pensare e progettare.

 

 

Il disagio  psichico con la percezione di malattia (sè malato ) e la produzione di sintomi si produce quando:

 il conflitto cessa,

ovvero viene risolto con l'accantonamento di un desiderio, aspirazione, progetto dell'individuo.

 

 

La motivazione alla rinuncia è decisiva nella manifestazione del disagio.

La motivazione alla rinuncia non è più rappresentata in termini interpsichici cioè relazionali

ma in termini intrapsichici:

dominata cioè dal senso di colpa,

dalla percezione di una incapacità soggettiva, 

e dalla attribuzione di una responsabilità personale. 

                                                                                           

         

L'adolescenza è una tappa fondamentale dello sviluppo psico-sociale di un individuo.

In questa tappa si struttura l'immagine di sè attraverso lo sviluppo di progetti e risorse personali, in una relazione complessa con l'ambiente sociale e familiare.

La dinamica principale che presiede allo sviluppo individuale è quella tra le istanze di autonomia ( fare, pensare, essere per sè) ed i bisogni di dipendenza ( appoggiarsi agli altri, apprendere e importare esperienze e conoscenze, essere riconosciuto come soggetto di valore)


 

Questa dinamica non è che il risvolto psicologico del rapporto individuo ambiente che è alla base di ogni sociologia ( le teorie dell'ambiente) e di ogni psicologia ( le teorie dell'individuo).

La dianamica autonomia-dipendenza è quindi essenziale alla costruzione sia dell'individuo che della società.

 Quando si nasce il bambino ha chiaramente più bisogni di dipendenza: è l'ambiente con le relazioni sociali e principalmente familiari che gli permette di sopravvivere. Ma da subito comincia quel processo di auto-affermazione che lo renderà individuo singolo.

Nell'adolescenza questo processo sempre presente si carica di significati: è in questa fase che si sviluppano e si organizzano le idee su di sè e sul mondo, su come di vuole o si deve essere, in rapporto a progetti personali ed a aspettative altrui.

Dal punto di vista individuale, che è il risvolto della relazione di cui stiamo parlando, questa dinamica non sempre è in equilibrio, e spesso accade che essa sia sbilanciata a favore del contesto, ipertrofizzando i bisogni di dipendenza dell'individuo e riducendo le istanze di autonomia.

L'adolescenza è quindi più tipicamente la fase della conflittualità con l'ambiente nel tentativo di esprimere un progetto originale di sè.

In questa tappa si contrappongono, in maniera decisiva per la organizzazione di capacità risorse e progetti, le esigenze individuali con quelle del contesto.


 

La dinamica dipendenza-autonomia ed il costituirsi di un doppio vincolo nell'adolescenza femminile.

 

 

Il processo di autonomizzazione nell'adolescenza femminile è complicato rispetto a quello maschile dalla rappresentazione sociale del ruolo che permea di sè la strutturazione della personalità femminile.

 

Se nell'adolescenza progressivamente si riduce (o dovrebbe ridursi) la presenza  del tutor, di colui che accompagna con la sua esperienza e con il suo supporto l'adolescente nel rapporto con il mondo sociale,

per l'adolescente femmina l'idea del tutor permane al di là di questa fase e si riferisce ad un genere che per le sue carenze "naturali" è rappresentato bisognoso di sostegno nel corso di tutta la  vita.

 

Ma non solo,

l'adolescente femmina viene anche caricata maggiormente (se non esclusivamente) rispetto all'adolescente maschio di aspettative che riguardano il suo  ruolo di cura nei confronti degli altri, ruolo veicolato dall'idea della maternità biologica).

La cura degli altri costituisce quindi un altro vincolo per il percorso di autonomia ed individuazione del Sè.

 

Si profila per l'età adulta della donna, diversamente da quanto succede per l'uomo una doppia dipendenza ratificata dai  modelli sociali e di ruolo:

la dipendenza nel ruolo di madre

la dipendenza dall'uomo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Ma attraverso quali meccanismi si sviluppa nell'adolescente la doppia dipendenza della donna adulta?

 

 

La pratica dell'autonomia nello sviluppo infantile passa attraverso la gestione della cura di sè: maggiore autonomia corrisponde a maggiori capacità di badare a se stessi.

 

La cura di sé, nei primi anni di vita, implica attività materiali e conoscitive che riguardano il proprio corpo, come il lavarsi,  vestirsi, il mangiare, ecc. e poi attività che riguardano il rapporto del corpo con lo spazio esterno. 

Il modello della cura di sé costituisce il primo livello di autonomia accessibile all'essere umano. Attraverso questo agire si costruiscono le prime competenze circa se stessi e il mondo esterno.

Le bambine quindi, avviate con più precocità dei maschi, dalle loro madri verso questa prima forma di autonomia personale, mostrano migliori capacità nel coordinamento motorio, nel linguaggio, nel pensiero logico-matematico.

 

Solo successivamente nella pre-adolescenza (riferendoci al nostro contesto socio-cultutale) si assiste alla trasformazione di questa fondamentale forma di autonomia in un agire finalizzato alla cura altrui: 

il rapporto maschi femmine si capovolge a vantaggio dei maschi e le bambine perdono competenze personali come ad esempio quelle relative al ragionamento logico-formale (matematico) a vantaggio delle competenze "sim-patiche"

 


 

La  perdita dell'autonomia e della  competenza alla cura di sè, come spazio di libertà ed autodeterminazione.

 

-           La bambina ha interiorizzato il modello della cura degli altri già a partire nella seconda infanzia e nella pre-adolescenza ed è chiamata nell'adolescenza ad una prova generale, attraverso i bisogni di supporto espressi dal nucleo: si tratta di una forma di vero e proprio apprendistato ai compiti del ruolo femminile;

 

-        inizia l'epoca dello sviluppo sessuale che comporta la messa in campo dei divieti e delle proibizioni che investono la bambina - a causa del suo sesso - nel rapporto con il mondo esterno;

 

-        la ragazzina si confronta con i coetanei maschi e li vede liberi dalla cura degli altri (sul piano interno) e senza impedimenti sul piano delle relazioni con l'esterno.

 

Ed è nel confronto con i coetanei maschi, più sicuri di sè, con meno impacci e vincoli, che l'adolescente  struttura la percezione soggettiva di una diversità.

Da questa percezione la ragazza ricava il senso generale della propria debolezza collegato all'appartenenza al genere femminile;

ricava  inoltre l'indicazione ad appoggiarsi al genere maschile (ai coetanei maschi) perché percepiti come più liberi e quindi come più capaci di rapporto con il mondo esterno e con il sociale.

L'adole

Il nodo dell' adolescenza femminileil

 

 

L'affermazione di sè nelle adolescenti femmine ha da affrontare più ostacoli rispetto a quella maschile.

I modelli sociali che accompagnano lo sviluppo femminile costituiscono ostacoli attivi sul cammino dell'affermazione di sè.

Il modello contro cui si scontra in modo più significativo l'adolescenza femminile è il prototipo della cura degli altri, come modello complesso di organizzazione di comportamenti e vissuti personali.

Ciò significa che il processo di autonomia che nel maschio non ha pregiudiziali ostacoli sociali e psicologici, nella femmina  trova ostacoli non solo concreti, ma anche ideologici e culturali.

Il processo di autonomizzazione della ragazza è vincolato alla realizzazione del ruolo di madre e dei comportamenti di cura ad esso connesso.

Due vincoli compaiono sulla scena della vita delle adolescenti, che costituiscono l'esperienza della soma rispetto ai coetanei. e dalla protezione che la società le assegna nel rapporto con il mondo, perchè il suo ruolo di cura degli altri ( di madre) non trovi a suo volta ostacoli.

 


La dipendenza dell'adolescente prima e della donna poi, passa attraverso l'esperienza dell'autonomia e della sicurezza, esperienza che la bambina ha appreso dalla madre, che dà alla bambina, in virtù del rapporto di certezza con un'altra se stessa per appartenenza di genere, senso di sicurezza e padronanza. E' facile osservare come la cura delle madri verso le figlie femmine sia diversa da quella verso i figli maschi: le bambine più facilmente e più precocemente sono spinte dalle loro madri ad essere autonome. Le bambine imparano prima dei maschi ad avere cura di sè.  Ed in questa fase le bambine sono riconosciute più capaci dei loro coetanei in molti compiti e prestazioni sia familiari che scolastiche e sociali.

La cura di sè è un importante addestramento alla competenza sociale, al muoversi nel mondo, alla risoluzione dei problemi: in una parola la cura di sè è sviluppo di capacità e competenze.

 

 

 

 


 

 

 

 Alla fine pur essendo partita con un vantaggio la bambina perde nella pre-adolescenza e nell'adolescenza il vantaggio acquisito sui coetanei maschi.

La cura degli altri, che abbiamo visto interviene come apprendistato per il ruolo materno, porta l'adolescente femmina a disperdere il patrimonio di risorse personali ed a rallentare il percorso dell'autonomia personale in  nome del benessere altrui.

La cura degli altri diviene l'esperienza della soma, di quel carico in più sulle spalle, con cui la donna dovrà fare i conti in tutte le fasi della vita.

 

Ma non solo, la donna sarà  "rallentata" nelle azioni e realizzazioni personali da questo carico; ma questo carico in più, verrà molto frequentemente vissuto come tutt'uno con se stesse, per cui il senso di pesantezza, di rallentamento, di non stare al passo con gli altri ( i maschi) sarà considerato come incapacità personale, o incapacità derivata dall'appartenenza ad un genere per natura.  "più debole" più dipendente" meno autonomo". 

 

 

TUTTI I RISCHI DELL'ADOLESCENZA FEMMINILE

 

 SONO CONTENUTI

 

NELL'ADDESTRAMENTO

 

AL RUOLO MATERNO

ED ALLA CURA DEGLI ALTRI