CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Resp.: dr. E. Reale

 

 

 

SOMMARIO

ORIENTAMENTO ALLA PREVENZIONE:

COME LE DONNE POSSONO PROTEGGERSI

DAI  RISCHI  DI DISAGIO

 

1.

IL CARICO FAMILIARE
 

 2

IL LAVORO ESTERNO
 

3

LA RETE RELAZIONALE
 

 4

GLI INTERESSI PERSONALI

 

5.

LA PROGETTUALITA'

 

6.

LA PERCEZIONE DI SE' E DEGLI ALTRI

 

7.

LA STANCHEZZA


 

 

Il carico familiare è il primo fattore di rischio

 

Esso è tale sia per la donna casalinga che per quella con un lavoro esterno.

Esso si compone di compiti e funzioni materiali, e di una specifica attività che è "la cura" dei membri della famiglia.

 

La condizione di rischio è presente:

-         nel sovraccarico materiale e psicologico;

-         nell'esclusione di ogni altra attività di supporto personale;

-         nella percezione di fallimento di sè (caduta dell'autostima) collegata alla rappresentazione di un progetto familiare e/o materno di tipo risarcitorio, con responsabilità esclusive ed autoriferite (onnicomprensivo ed onnipotente).

 

Costituisce una protezione dal rischio,

 dare informazione e strumenti alla donna con carico familiare ed  in particolare alla madre perché:

-         la maternità non sia assunta come esclusivo onere personale;

-         il lavoro materno abbia dei limiti precisi di tempo e di spazio; ed in particolare non modifichi radicalmente stili di vita precedenti;

-         il rapporto con i figli e gli altri componenti della famiglia sia improntato all'assunzione della cura di sè da parte di ciascun membro.

 

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Il lavoro è un importante segnalatore di disagio

 

        Nelle donne con un lavoro esterno, frequentemente non si riduce il carico familiare, nè si riducono le responsabilità connesse.

Tutte le difficoltà connesse al carico di lavoro familiare si esprimono con un aumento di livelli di stress nel lavoro extra-familiare.

Esse frequentemente producono nel luogo di lavoro: dimenticanze, difficoltà nell'esecuzione dei compiti fino a quel momento svolto, difficoltà nel sostenere i turni, aumento delle assenze, ecc.

 

Il lavoro esterno visto come fattore di protezione e moderazione dello stress nel lavoro familiare

Per questa funzione, documentata nelle ricerche sullo stress, il lavoro esterno non va irreversibilmente ridotto o eliminato, prima che non sia stato adeguatamente valutato l'impatto specifico di ciascun carico di lavoro (familiare ed extrafamiliare) sulla salute della donna.

 

Orientamento alla prevenzione:

-         offrire alle donne strumenti di orientamento al lavoro per affrontare la condizione di lavoratrice senza stress rispetto alla condizione di madre;

-         offrire alla madre le informazioni necessarie  per accedere agli strumenti  di sostegno alla maternità;

-         offrire alle donne lavoratrici e ad i loro partners occasioni di formazione per la condivisione delle responsabilità del management familiare.

 

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La rete relazionale importante fattore di protezione

 

 

Il lavoro familiare e le attività di cura frequentemente  inducono a comportamenti caratterizzati da: riduzione delle amicizie, evitamento delle uscite legate ad interessi personali, riduzione delle attività di tempo libero settimanali sia individuali che di coppia.

 

I tempi fuori casa,  sono e rimangono importanti fattori di protezione per moderare lo stress del carico familiare sia per  gli uomini che per le donne.

Succede invece che i tempi fuori casa, come le relazioni e gli interessi personali, siano generalmente ridotti drasticamente dalle donne, con il matrimonio e la maternità; mentre gli uomini nonostante il matrimonio e la paternità li mantengono, garantendosi così questo importante fattore di protezione.

 

La relazione con gli altri, il mantenere con gli altri rapporti di confidenza e supporto è fattore di protezione non solo nella maternità, ma anche nella relazione di coppia, quando si danno condizioni di dipendenza unilaterale (generalmente a carico della donna).

 

Orientamento per la prevenzione

-                     Incentivazione ed estensione del fattore di protezione alle donne, attraverso la programmazione di tempi liberi, giornalieri e settimanali, da impegni familiari e di cura, esclusivamente dedicati a "l'incontro con gli altri".


 

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Area degli interessi personali

 

 

 

Questa area configura lo spazio della libera espressione del sé.

 Gli interessi personali costituiscono un'area sottratta al dovere; essi rappresentano l'area del piacere che la donna, nell'assunzione dei ruoli multipli, specialmente  nella maternità ed in ogni funzione di cura, ha accantonato ed imparato a soffocare.

Nella prevenzione è necessario dare adeguata attenzione a questo spazio, per sostenere la donna, in tutte le fasi della vita, nell'azione di riconoscimento delle proprie capacità e dei propri desideri liberi dai vincoli del ruolo di "curante".

       

        Orientamento alla prevenzione

 

¨     Sottolineare l'importanza di imparare: a focalizzare l'interesse su di sè; ad ascoltarsi, silenziando le richieste degli altri.

¨     Indirizzare la donna alla riscoperta del  "piacere di fare" contrapposto al "dovere di fare", attingendo a patrimoni anche passati, accantonati per soddisfare le esigenze della "cura degli altri".

¨     Sviluppare gruppi di auto-aiuto finalizzati al sostegno di uno stile comportamentale auto-riferito.

 

 

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Area della progettualità

 

Cosa pensavo che avrei fatto da grande? 

 

In quest'area il rischio è riferito alla formulazione di progetti  che si presentano  come prolungamenti di vicende infantili ed adolescenziali.

Il progetto risarcitorio non è realistico, perchè è generalmente centrato sul fare in modo perfetto una cosa, e su un fare per conto di altri.

Esso è facilmente vulnerabile e quando fallisce genera elevati sentimenti di incapacità personale e riduzione o azzeramento della "stima di sè". 

 

Una buona progettualità, innestata sulle capacità e sui desideri personali, sufficientemente lontana dai desideri ed aspirazioni degli altri, costituisce un potente fattore di protezione dalla perdita del senso di sè. In caso di fallimento dà la possibilità alla donna assumersi la responsabilità di cambiare rotta senza dover rendere conto ad altri .

 

Orientamento alla prevenzione

 

-                      Sostegno alle donne nel riconoscimento delle proprie spinte progettuali, collegate a capacità personali presenti nell'attualità o nella storia di vita.

-                      Individuazione dei progetti risarcitori, e dei vincoli che essi creano alla libera progettualità femminile.

-                      Informazione alle donne sulla necessità di sviluppare, in ogni momento ed età, progetti ed obiettivi auto centrati, svincolati anche dal consenso di altri soggetti specificamente individuati ( partner, figli, ecc.).

 

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La percezione di sé  e

la dipendenza dal giudizio degli altri

 

 

La svalutazione di sè è strettamente collegata nelle donne alla percezione del come gli altri, cui sono rivolte le attenzioni e le cure, giudicano il loro operato.

Questo tipo di valutazione di sè è quindi molto vulnerabile: essa dipende in maniera eccessiva dal giudizio degli altri.

 

Un diverso modo di valutare se stessa ed il proprio operato, può discendere solo da un cambiamento dello stile comportamentale definito come prevalentemente orientato alla "cura degli altri" e come dipendente dal giudizio degli altri.

 

 Orientamento generale alla prevenzione:

 

·        Informare la donna sui percorsi che portano alla caduta della stima di sè: riduzione di interessi e progetti personali, perseguimento di progetti perfezionistici di tipo risarcitorio.

·        Sostenere la donna nella adozione di uno stile comportamentale maggiormente collegato ad un incremento della stima di sè, e quindi svincolato dal giudizio degli altri.

·        Sviluppare la conoscenza sui processi di incremento della stima di sè nel rapporto con gli altri, che può avvenire solo al di fuori dei rapporti di dipendenza a senso unico e al di fuori delle aspettative risarcitorie.

·        Offrire alle donne, quali strumenti di sostegno all'assunzione di nuovi stili comportamentali, i gruppi di auto-aiuto, ed i gruppi di formazione sull'auto-stima.


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LA STANCHEZZA

 

 

La stanchezza è un primo segnale di malessere comune a molte patologie nelle donne.

 

La stanchezza è rappresentata, da un punto di vista fisico, come perdita di forze, e da un punto di vista  psichico, come rinuncia e demotivazione a fare le cose.

 

La stanchezza nelle donne è generalmente percepita come scollegata dal lavoro familiare e di cura.

 

 

Orientamento alla prevenzione:

 

-                      Collegare la stanchezza allo stress nella vita quotidiana della donna.

-                      Dare rilevanza allo stress dei carichi familiari in collegamento o meno con i carichi del lavoro esterno (particolarità del doppio carico di lavoro nelle donne).

-                      Orientare la donna in primis alla ricerca di misure di alleggerimento del carico familiare.

 

 

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